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Cronaca lunedì 16 dicembre 2019 ore 18:50

Voodoo per farle prostituire, aguzzine condannate

Pene fino a sedici anni inflitte dal Tribunale di Firenze al termine del processo sulla tratta delle prostitute dalla Nigeria. Molte erano ragazzine



FIRENZE — Sono pesanti le condanne emesse dai giudici del Tribunale di Firenze nei confronti di quattro donne nigeriane accusate, a vario titolo, di tratta di esseri umani e riduzione in schiavitù di giovani donne africane che erano costrette a prostituirsi sulle strade di Prato, Calenzano e Sesto Fiorentino. Alcune di loro erano minorenni. 

La pena più pesante è stata inflitta alla donna di 49 anni considerata la "maman", residente a Pistoia: sedici anni e otto mesi di carcere oltre a una multa di quattromila euro. Per la figlia di 25 anni, invece, la condanna è stata di sei anni e 40mila euro di multa. A un'altra donna, complice di madre e figlia, sono stati inflitti nove anni e quattro mesi, mentre la reclutatrice, residente a Castiglion del Lago ma residente in Inghilterra, sono toccati cinque anni. 

La storia delle ragazze fatte arrivare in Italia dalla Nigeria per prostituirsi è emersa nel febbraio 2016, dopo la segnalazione di un appartamento nella frazione pratese di Iolo in cui abitavano una donna nigeriana insieme alla figlia. Dalle indagini successive è emerso che in quella casa si alternavano con i clienti le ragazze costrette a prostituirsi sulle strade di Calenzano, a pochi chilometri di distanza. 

Il quadro che, alla fine, gli investigatori hanno ricostruito è drammatico. Le ragazze erano reclutate in Nigeria e da lì partiva il loro viaggio, spesso della durata di mesi, fino in Libia. Qui finivano in mano agli scafisti che le portavano sulle coste italiane. Prima della partenza erano sottoposto a riti voodoo e poi, attraverso questi, ricattate una volta arrivate in Italia dove erano costrette e stare sulla strada. A organizzare il viaggio erano le loro connazionali condannate: la "maman" pretendeva che a lei fosse consegnata l'intera somma ricavata da ogni prestazione per saldare il debito maturato dalle giovani che arrivava anche a quarantamila euro ciascuna. 


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